Il Grande Sonno (The big sleep – 1946)

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L’ investigatore Philip Marlowe è ingaggiato dal generale Sternwood per scoprire chi ricatta la figlia minore, Carmen. Ma Marlowe si trova subito nel mezzo di una storia più complicata, la cui protagonista è la figlia maggiore del generale, Vivian.
GENERE: Giallo, Noir
REGIA: Howard Hawks
SCENEGGIATURA: William Faulkner, Jules Furthman, Leigh Brackett
ATTORI:
Humphrey Bogart, Lauren Bacall, John Ridgely, Martha Vickers, Dorothy Malone, Bob Steele, Charles D. Brown, Louis Jean Hedyt, Peggy Knudsen, Joy Barlowe, Sonia Darrin, Tom Fadden, Theodore von Eltz,Tom Rafferty, Elisha Cook Jr., Regis Toomey, Charles Waldron

Quando si parla di alcuni titoli si trascende il genere, perché in alcuni casi chiunque ami il cinema deve aver visto alcuni titoli, in quanto non hanno apportato un contributo solo al loro genere ma a tutta la storia della cinematografia, capita sempre più raramente di trovarsi dinanzi titoli di questo tipo e forse ci vuole anche un certo tempo perché la loro fama diventi qualcosa di universalmente accettato e quindi oggetto di culto. Il grande sonno è uno di quei film,

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tratto da un romanzo di Raymond Chandler, grande successo per Bogart e per la Bacall ancora una volta insieme sullo schermo (come nella vita) riescono in modo naturale a calarsi nei personaggi creando una sinergia e armonia interpretativa quasi unica, questo accade quando i personaggi riescono ad avere punti in comune con l’attore, quindi di fatto l’attore non è obbligato a recitare ma semplicemente ad essere se stesso, rendendo il risultato cosi credibile e senza alcuna forzatura. Il grande sonno è il noir per eccellenza, ci sono tutti gli elementi che poi diverranno obbligatori per chi voleva cimentarsi nel genere, abbiamo l’investigatore cinico ma sincero, il vecchio magnate, i tipi loschi (buoni e non) , la femme fatale e la donna-ragazzina che ama giocare con gli uomini.

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A questo si aggiungono auto d’epoca, sparatorie, pioggia, sigarette e whisky. Tante scene memorabili dal primo incontro tra Marlowe e Carmen, fino alla telefonata fatta da Bogart e la Bacall alla polizia, ma anche la scena della libreria in cui un improbabile Bogart fa lo “stupido” cercando dei libri inesistenti o ancora la scena degli sguardi quando la Bacall canta e vede Bogart alla porta e infine il finale che sarà di ispirazione per tantissimi altri film (compresi alcuni western).

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In questo caso Hawks ha una mano leggerissima, praticamente assente la sua firma, si concentra tutto sulla storia, tanto da venire assorbiti in modo assoluto e non ci si accorge del tempo che passa, capolavoro.