Vuoi giocare con me?

Cosi affermava l’enigmista nel omonimo film (e serie di film) da me molto apprezzata. Senza essere altrettanto cruento ho pensato di iniziare un giochino cinematografico. Che rilancio anche anche agli altri blog e fedeli lettori, magari mi inviate tramite la pagina facebook un idea, e io la pubblico e cosi via.

Il primo gioco è il salto del cinefilo, ovvero partendo da Domenico Modugno arrivare agli Avengers, una bella sfida no?

Iniziamo:

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Domenico (Mimmo) Modugno cantautore pugliese, conosciuto in tutto il mondo, vincitore di svariati premi in ambito musicale. Ma non solo, anche attore con quasi 40 film al suo attivo, ha sicuramente rappresentato un modo di essere italiani in tutto il mondo, oltre ad averci regalato alcune delle più belle canzoni del repertorio nazionale, ma a noi interessa la parte attoriale, che seppur minore ha dei ruoli pregevoli, era un periodo in cui i cantanti facevano tutto e quindi anche gli attori, tra l’altro Modugno aveva già tante esperienze teatrali quindi con un carattere come il suo era naturale l’approccio al cinema, tra i suoi film ne ricordo uno in particolare  “Capriccio all’italiana” (1967) film a episodi girati dai grandi registi della commedia all’italiana (Bolognini, Monicelli, Pasolini, Steno, e la coppia Zac e Rossi), quello che interessa a noi è l’episodio “Che cosa sono le nuvole?” diretto da Pasolini, che vede tra i suoi protagonisti un Modugno che canta l’omonimo brano. Nel film compare anche il duo comico composto da Franco Franchi e Ciccio Ingrassia.

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Attori da avanspettacolo, nati entrambi a Palermo iniziano per strada (soprattutto Franchi) per poi ritrovarsi in teatro, da li la carriera li porterà a fare centinaia di film , in alcuni casi anche 5 o 6 durante l’anno, diventando molto popolari ma come sempre poco apprezzati dalla critica, che li ha riscoperti solo nell’ultimo decennio (per la serie se non muori non ti si apprezza, stile Totò), hanno lavorato con tantissimi attori (lanciato anche Lino Banfi) , ma in particolare c’è una collaborazione che è entrata nella storia del cinema, quella con Buster Keaton. Il silenzioso e serio attore che grazie alle sue caratteristiche era uno dei capi saldi del cinema muto e che si ritrova suo malgrado a parlare nell’ultima scena del film “Due marines e un generale” (1965) , regalando in quella interpretazione la sua immensa bravura, che riporta lo spettatore agli albori del cinema comico , proprio nella scena finale forse uno dei punti più alti del cinema di Franchi e Ingrassia che erano naturalmente portati alla comicità fisica.

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Buster Keaton è stato uno dei maggiori artisti del cinema muto mondiale, tutt’ora viene ricordato come un genio della comicità fisica e corporale, nessuna battuta solo qualche nota di sottofondo, infatti il suo cinema in un certo senso trovo la fine con l’avvento del sonoro. Anche se è rimasto negli anni come icona del cinema, insieme ad altri attori come Laurel & Hardy e Chaplin. E proprio con Chaplin lavorò una volta sola, in “Luci della ribaltà” (1952) , uno dei capolavori di Chaplin che per pochi minuti riporterà i due attori ai tempi del muto, in uno sketch incredibile e al tempo stesso malinconico (un po come tutti i film sonori di Chaplin).

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Charlie Chaplin ebbe una vita difficile seppur costellata di successi e piena di talento, rapporti burrascosi con tante donne, a volte frainteso nei suoi film, tanto da finire in una specie di “esilio” in Europa per poi tornare in America per un tardivo Oscar alla carriera. Immenso nel “Grande Dittatore” , cosi come modernissimo e premonitore in “Tempi Moderni”. Ma fu a causa di “Monsieur Verdoux”  che venne definito anti-americano (lui che era nato a Londra) e non gradito in suolo americano (in quel momento lui si trovava in crociera) trasferendo la sua residenza in Svizzera. Geniale, esplosivo e poliedrico, la sua dote di compositore non era inferiore a quella di attore e regista cosa. Oggi Chaplin è un’icona del cinema e tutt’ora è oggetto di studio e amato dal grande pubblico, nonché presente al cinema grazie alle influenze che le sue opere hanno generato, una fra tutte è la sua biografia filmica, ovvero “Chaplin” (1992) interpretato da Robert Downley Jr, dove verrà nominato agli Oscar.

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Robert Dowley Jr. è un attore che ha vissuto due volte, prima del 2003 e dopo il 2003, ha avuto una carriera cinematografica di tutto rispetto negli anni della gioventù , tanti film, svariati ruoli, in alcuni casi ottime interpretazioni, ma come sempre accade quando si unisce gioventù e successo, qualcosa andò storto e il buon Robert precipitò in una spirale di droga e alcol compromettendo la sua carriera, poi lentamente grazie ad alcuni ruoli fortunati come: Sherlock Holmes, Tropic thunder (seconda nomination all’Oscar) ma sopratutto Iron man riuscirà (grazie anche alla disintossicazione) a uscire dal baratro e tornare a essere uno degli attori più pagati di Hollywood. Il grande successo di Iron man porterà la produzione ad ampliare il film sui supereroi della Marvel, lanciando una nuova moda che troverà il suo apice nella serie Avengers.

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The Avengers (2012) è il primo film di una serie che riporta sullo schermo, tirati a lucido i super eroi Marvel e il tutto finanziato dalla Disney, quindi intere generazioni (da bambini ad adulti) come pubblico pagante, infatti è stato un gran business, con la sapiente accortezza di evitare film eccessivamente pesanti o con messaggi moralisti, ma cercando in tutto e per tutto di far divertire lo spettatore e giocando con i collegamenti cinematografici (Iron man, Hulk, Thor, The Avengers, Capitan America) , nacque un secondo film Avengers: Age of Ultron, la serie ebbe un cosi grande successo che il successo si allargò alla televisione con il telefilm “Agent of  S.h.i.e.l.d.” e persino altri due seguiti (previsti per il 2018 e 2019).

Gioco finito.

Come avete letto, da Domenico Modugno siamo arrivato a The Avengers, il bello di essere cinefili è che si possono fare centinaia di giochi di questo tipo, saltando da una parte all’altra e più i collegamenti sono strani più diventa divertente, provateci voi e buon divertimento.

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